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«La poesia di "Mutamenti di clima" rischierebbe di sembrarci solo atmosferica e umorale, se ci sfuggisse la ricchezza di riferimenti agli spazi concreti e più in generale alla vita materiale. Il libro inizia con le monete nei parchimetri e finisce con la plastica di un secchiello. Nei suoi vagabondaggi notturni non si disperde in un labirinto liricamente sigillato (e non ci sarebbe niente di male), bensì conserva l'ancoraggio al reale. Peraltro, mentre non manca di intercettare una linea elegiaca della nostra poesia, quella che passa anche per Gozzano, i riferimenti principali sono altri, da Leopardi all'Ungaretti del Sentimento, dal primo Caproni a Bertolucci, soprattutto, a maestri di una seconda persona modernamente elegiaca come Sereni e Eliot. Muove il libro una versificazione a matrice sintattica e dall'intarsio di citazioni grecolatine: un riferimento alla cultura classica che costituisce un orizzonte assai noto a Pomarici. L'aspetto più vitale di questa poesia, ad ogni modo, pare consistere nel gioco di rime (e assonanze) insistite: un battere e ribattere della rima in effetti particolarmente complessi, capaci di legare mondi lontani, espandere lo spazio, evocare il desiderio dell'altrove» (da suggestioni e passaggi della presentazione di Tommaso Giartosio).